Sunday, October 15, 2006

Presentazione ufficiale SRM - 16 ottobre 2006 ore 17.30

Il 16 ottobre, alle ore 17.30, verrà presentato ufficialmente, presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, a Roma, il Gruppo di Studio, del Master in Scienza e Fede, SRM - Science and Religion in Media.
Dalle ore 15.30 alle ore 17.00 avrà luogo la riunione organizzativa ristretta del gruppo di Studio, alle 17.30 la presentazione pubblica, e si parlerà delle persone che partecipano (finora hanno aderito quasi cinquanta importanti studiosi, religiosi, docenti, professionisti dei media e della comunicazione) delle strutture con le quali sono state definite collaborazioni, e di ampliamenti e nuove attività SRM.
Per il comunicato:

Tuesday, October 10, 2006

Presentazione ufficiale SRM - Science and Religion in Media

Il 16 ottobre, alle ore 17.00, verrà presentato ufficialmente, presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, a Roma, il Gruppo di Studio, del Master in Scienza e Fede, SRM - Science and Religion in Media.
SRM si propone di analizzare la relazione tra Scienza e Fede nei media e nella comunicazione.

Monday, October 09, 2006

Cellule staminali: tra finti scoop ed informazione

Una case history di informazione e comunicazione scientifica su Ferpi.it
http://www.ferpi.it/news_leggi.asp?ID=43003

Sunday, September 24, 2006

Quando il gioco in tv diventa troppo pericoloso

La recente morte di Steve Irving, il grande cacciatore di coccodrilli, divulgatore ed ambientalista, dovuta all'aculeo di una razza, ed il grave incidente di Richard Hammond, uno dei tre conduttori di Top Gear, mentre guidava un dragster ad oltre 400 chilometri orari, ci portano a riflettere nuovamente sulla tv spettacolo, su quali siano i limiti (non solo di velocità) che non sia opportuno superare.

Colpire l'immaginario di lettori e spettatori. Ottenere audience e share sempre elevate, possibilmente superando la concorrenza. E in un mondo in cui il pubblico è ormai smaliziato, e si stupisce sempre meno, l'unico modo sembra alzare il livello del rischio, sperando di innalzare anche il livello di adrenalina, o perlomeno di interesse, degli spettatori.

Una corsa alla spettacolarizzazione che fa però le sue vittime.

E se Steve Irving, per quanto alcuni possano criticarlo, in un mondo che solo adesso sembra accorgersi davvero dell'importanza dell'ambiente e dell'ecologia, svolgeva un'opera meritoria per la conoscenza e la difesa della natura, Hammond, che invece fortunatamente dovrebbe cavarsela, ha rischiato di sacrificare la propria esistenza per qualcosa di molto meno importante: guidare un dragster, provarne (forse) il brivido, colpire i propri spettatori.

Irving aveva anche due figli ed una moglie, a differenza di alcuni che l'hanno criticato, non penso fosse un incosciente.

Certamente aveva una propensione al rischio maggiore della media delle persone. Però, forse soprattutto, sapeva anche che l'unico modo per essere il numero uno, continuare ad esserlo, e portare spettatori, attenzione e fondi alle proprie attività e per la difesa della natura, era rischiare, rischiare sempre di più, e rendere tale rischio ben visibile.

Viene ovviamente da chiedersi quanto sia giusto che giovani vite vengano distrutte nella ricerca della spettacolarità.

Oppure anche questo ormai fa parte dello spettacolo ?

Thursday, September 21, 2006

Wednesday, September 20, 2006

Dai neutrini alle staminali: due case histories di comunicazione ed informazione scientifica

Dal sito Ferpi - Federazione relazioni Pubbliche Italiana
http://www.ferpi.it/news_leggi.asp?ID=42937
(per i link ad organizzazioni e notizie citate, fare riferimento al link Ferpi di cui sopra)

Dai neutrini alle cellule staminali: due case histories di comunicazione ed informazione scientifica

Il nostro socio Paolo Centofanti mette a confronto e commenta due recenti casi di differenti modalità per 'fare notizia'.

Il recente esperimento per lo studio dei neutrini, che sta coinvolgendo il CERN di Ginevra e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, presso i Laboratori del Gran Sasso, e il caso mediatico della presunta "tecnica salvaembrioni", apparsa sui media nel mese di agosto, sono due case histories recenti sui cui riflettere, per analizzare la comunicazione e l'informazione scientifica.

L'esperimento CERN/INFN-LNGS conferma, come l'Italia sia uno dei paesi all'avanguardia nella formazione scientifica, nonostante croniche e strutturali carenze di fondi, sia per le attività didattiche che per la sperimentazione e, ovviamente, la comunicazione.

Ormai non solo italiani, ma anche stranieri, si formano nelle nostre Università e nei centri di perfezionamento, e poi proseguono però, quasi inevitabilmente, le loro carriere all'estero.

E mentre prepariamo giovani talenti che porteranno risultati e conseguiranno premi e riconoscimenti altrove, ci troviamo ad essere singolarmente tra i paesi con minore cultura scientifica di base.

Una cultura che va creata e rafforzata a scuola, certamente, ma può trovare un grande aiuto nella comunicazione e nell'informazione scientifica.

Per ragionare su questi aspetti, sul grande sforzo di alcuni divulgatori e sulla invece poca attenzione data dai media a questi temi, vorrei iniziare a scrivere su queste pagine, analizzando anche alcune case histories, di buona comunicazione, come ad esempio nel caso dell'esperimento cui neutrini che coinvolge il CERN e l'INFN Laboratori del Gran Sasso; di errata, incompleta o manipolata informazione in altri.

Vorrei poi anche collegarmi, nel rispetto delle posizioni e convinzioni religiose o filosofiche altrui, ad un progetto per lo studio e l'analisi della comunicazione di scienza e religione, SRM Science and Religion in Media (nell'ambito del Progetto STOQ), che sto curando per il Master in Scienza e Fede dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in Roma.

Tornando all'esperimento del 12 settembre (ho avuto modo di partecipare all'evento ed alla presentazione), la campagna di comunicazione è stata indubbiamente ben programmata e ben gestita, sia per come è stato formulato ed organizzato l'evento, sia per la copertura media (giornali, web, tg, etc.) sia per la comunicazione semplice ed efficace. Nonostante si parlasse comunque sempre di fisica delle particelle.

Un esempio di come sia possibile comunicare anche al grande pubblico il lavoro di scienziati, tecnici, strutture ai più alti livelli nel mondo, e fare divulgazione ed informazione scientifica in maniera ampia, senza perdere credibilità, autorevolezza, e soprattutto corretta.
(Su questa case history verrà pubblicata una analisi più dettagliata la prossima settimana).

Da un altro lato, il caso mediatico della presunta "tecnica salvaembrioni", apparsa sui media, tramite la quale sarebbe stato possibile ottenere cellule staminali embrionali senza uccidere né danneggiare gli embrioni stessi, è invece un esempio del fatto che non solo comunicazione ed informazione non sempre coincidono, ma di come una comunicazione basata su una informazione inesatta, fraintesa, o semplicemente non completamente letta, possa portare a creare effetti mediatici ed aspettative irreali.
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Quando comunicazione ed informazione non sono la stessa cosa: cellule staminali dagli embrioni senza danneggiarli?

Una vicenda esemplare su un caso mediatico, ed una notizia che in realtà non esisteva.Nelle scorse settimane, una notizia apparsa sui media, aveva suscitato speranze, e riaperto il confronto, e le discussioni, tra i fautori della sperimentazione sugli embrioni da una parte, e coloro che invece, cattolici ed anche laici, accettano solo la sperimentazione e la "produzione" di staminali adulte.

Per semplificare, ho preparato uno schema riepilogativo, con relativi link, di questa illuminante case history.

23/08/06 - Nature, uno delle più autorevoli pubblicazioni scientifiche mondiali, pubblica uno studio: "Human embryonic stem cell lines derived from single blastomeres", a firma Irina Klimanskaya, Young Chung, Sandy Becker, Shi-Jiang Lu and Robert Lanza.

Da questo studio, emergerebbe che sia possibile prelevare un singolo blastomero da un embrione precoce (composto da circa 8/10 blastomeri), senza danneggiare l'embrione stesso, con una tecnica identica a quelle utilizzata per le diagnosi di eventuali patologie genetiche.

La notizia inizia ad apparire sui giornali USA, in Italia viene ripresa da ANSA.

Si accende il dibattito tra i fautori della ricerca sugli embrioni da una parte, cattolici e laici contrari dall'altra.
Più di qualcuno e più di qualche testata, ipotizzano che questa tecnica permetta di superare le obiezioni etiche avanzate finora.

24/08/06 - Su Repubblica appare la notizia:
"Possibile prelevare un singolo blastomero senza danni per l'embrione: Staminali, la rivoluzione targata Usa. Estratte senza distruggere gli embrioni"

Il Corriere della Sera pubblica analogamente la notizia, con alcuni distinguo, visto che comunque la tecnica non è accettabile per il mondo cattolico:
"Annuncio Usa: cadono le obiezioni morali «Staminali senza distruggere gli embrioni». La ricerca su «Nature» ".

Ma la comunità scientifica si divide.
La notizia della "tecnica salvaembrioni" viene ripresa da altre pubblicazioni e da alcuni TG. S
i moltiplicano i dibattiti, online, su stampa, etc. e le prese di posizione a favore o contro la "tecnica salvaembrioni".

27/08/06 - Mentre prosegue il dibattito ed il confronto tra le differenti posizioni etiche, Il Corriere della Sera pubblica la prima smentita:
"Accuse alla prestigiosa rivista scientifica. Staminali, falsa la svolta di «Nature». La nuova tecnica di prelievo delle cellule non salva gli embrioni"

29/08/06 - Il Foglio pubblica un'altra smentita, da cui emerge che già nello stesso articolo pubblicato su "Nature", si poteva leggere che non era sopravvissuto nessun embrione, e che erano stati tutti "smantellati" cellula per cellula:
"Gli embrioni sono stati "smantellati cellula dopo cellula". Bastava leggere. L'editoriale di Nature non lasciava dubbi. Ma si è voluta creare mediaticamente l'ennesima falsa aspettativa scientifica"

Conclusione (?) ...

Cos'era successo?
Era successo semplicemente che, a differenza di ciò che era stato pubblicato nello studio e nell'articolo originale, in ciò che era stato comunicato alla stampa, non era stato indicato chiaramente che nessuno degli embrioni era sopravvissuto, e che appunto tutti gli embrioni erano stati distrutti.

L'inevitabile interesse per una notizia del genere (se fosse stata vera), che comunque era a dir poco verosimile, aveva fatto il resto, ed era esploso il caso mediatico.

Alla fine, Nature si è scusata ufficialmente, e il mondo ha dovuto dire addio, almeno per il momento, alla "tecnica salvaembrioni", che tanto ha fatto discutere e che a molti sembrava una soluzione etica definitiva.

Ciò che è apparso sui media italiani è stato ovviamente una conseguenza ed un riflesso ritardato della dinamica di media statunitensi. E porta comunque a riflettere su quali possano essere i rischi della comunicazione e dell'informazione scientifica, non solo in Italia, evidentemente.

Le possibili cause? Presumibilmente, la fretta di pubblicare una notizia importante, e l'assoluta fiducia nelle fonti.

Io stesso, nel mio piccolo, ho pubblicato subito la notizia, il 23 agosto, anche se con dei distinguo, su un blog che gestisco per il progetto SRM.

Distinguo che nascevano non nella poca fiducia in "Nature", quanto nel non avere avuto modo di leggere l'articolo originario (non ero abbonato), e dalle mie obiezioni, derivanti dall'essere cattolico.

Evidentemente, in un mondo troppo veloce (è la mia opinione), si rischia di comunicare per vero ciò che lo è in parte, se non ciò che forse è solo verosimile.

La necessità di "non perdere" una notizia importante, o di bruciare sul tempo pubblicazioni concorrenti, può portare a rischi del genere.

Più di qualcuno sostiene poi che non si tratti solo di un problema di velocità, ma anche di preparazione scientifica dei giornalisti e dei comunicatori che di scienza si occupano.

Non mi permetto di fare valutazioni su tale ipotesi: si possono commettere errori per distrazione, trascuratezza, impreparazione, fiducia negli altri, necessità, sfortuna, etc...

Credo però che sia un argomento di cui sarebbe interessante parlare, se a qualcuno interessa.

Paolo Centofanti

Case history pubblicata su Ferpi il 19/09/2006

Tuesday, September 19, 2006

Ambiente: 100 milioni di euro contro lo smog

I primi 30 arriveranno a breve: 20 milioni per incentivare ed agevolare l'utilizzo del metano nei trasporti, e 10 milioni per comunicare ed implementare il car sharing. Intanto lo smog uccide oltre 8.200 italiani ogni anno. Speriamo che questa volta la lotta contro l'inquinamento inizi davvero.

Comunicazione ed informazione scientifica

Tra tutti i settori della comunicazione è forse il più complesso, per la conoscenza della materia che richiede, per la necessità di comprendere e raggiungere pubblici molto diversi tra loro: scienziati, tecnici,l istituzioni, finanziatori, grande pubblico (con tutte le possibili "segmentazioni": bambini, universitari, appassionati, etc. ).

Due case histories e qualche riflessione su Ferpi

Link: http://www.ferpi.it/news_leggi.asp?ID=42937

In 25 nazioni, la Notte dei Ricercatori Europei - 22 settembre

Il 22 settembre, una serie di importanti eventi, in 100 città europee, nell'ambito dell'iniziativa "La Notte dei ricercatori Europei", promossa dalla Commissione Europea, per comunicare la scienza e per avvicinare il grande pubblico.

Saranno aperti laboratori, congressi ed incontri, con eventi sull'astronomia, la cibernetica, l'oceanografia, il cervello, etc.

Fonti: Agenzia di Stampa Europea
http://www.aise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=33707

AdnkronosLink:
http://it.news.yahoo.com/18092006/201/ricerca-notte-dedicata-scienza-in-100-citta-europee.html

Thursday, August 03, 2006

Il marketing delle provocazioni religiose ?

Ormai creare uno scandalo a sfondo religioso per far parlare di qualche prodotto editoriale, sembra sia diventata una "tecnica" consueta del marketing.

E chi poteva seguire questa linea, se non chi da anni fa dello scandalo la propria "firma" ed il motore propulsore della propria carriera, già nel nome d'arte, come Veronica Louise Ciccone ?

Tralasciando ipotetiche motivazioni artistiche, che risultano incomprensibili, e senza approfondire quanto sia ormai ovvio e banale tentare provocazioni simili per stupire, per far parlare di sè e vendere più dischi, potremmo ingenuamente porre e, se fosse possibile, porle, alcune domande:

C'è qualche necessità artistica o politica che motiva e giustifica questa esibizione ?

E' giusto farlo proprio a Roma, capitale mondiale del Cristianesimo ?

E' rispettoso verso chi è credente, e crede che 2000 anni fa "qualcuno" sia stato crocifisso veramente, e non certo per "ispirare" o fornire idee ad effetto a qualche cantante ?

E' una esibizione accettabile, non solo dai cattolici, ma da chiunque abbia sentimenti religiosi, o comunque rispetti la fede altrui ?

Credo che l'unica risposta possibile, per tutte le domande, sia NO, grazie.

Thursday, May 25, 2006

Di nuovo sul Voipex

Qualche notizia in più sul Voipex è filtrata in questi giorni, ma sugli aderenti al consorzio permane un riserbo quasi assoluto.

Si sa solo che dovrebbero essere una cinquantina tra aziende di telecomunicazioni, providers, organizzazioni varie, tra cui MCLink, Tiscali, Rai Net.

Una cosa è certa, nel mercato dei media e delle comunicazioni la competizione sarà sempre più serrata e difficile.

Articolo di Repubblica nel link:

http://www.repubblica.it/2005/c/sezioni/scienza_e_tecnologia/adsl/battaglia-adsl2/battaglia-adsl2.htmlhttp://www.key4biz.it/cgi-bin/key4biz/k4b.cgi?id_testo=912604553437151333886619254432961225149700&area_tematica=Media&a_z=v_t

Il Codice da Vinci: verità rivelate o caso mediatico ? - 2

Adesso pure l'autore sembra propendere per la seconda ipotesi ...

Ciò non toglie che un romanzo, a mio avviso pure letterariamente piuttosto mediocre,abbia venduto circa 48 milioni di copie, senza contare i diritti per produrre il film, eventuali royalties, etc.

Viene da chiedersi se non fosse fin dall'inizio un caso preordinato, con l'annuncio di presunte rivelazioni, al solo scopo di attirare l'interesse sul libro.

Se così fosse, a Dan Brown (o al suo agente o editore) andrebbe la palma per l'abile strategia di comunicazione, non certo però il premio per la correttezza nella comunicazione stessa ... .

Dubbio anche più spiacevole: che sia stata tutta solo una operazione di marketing editoriale, libro compreso ?

Gli unici a saperlo sono l'autore ed il suo entourage.

A noi rimangono i dubbi, e il tempo perso per leggere il libro e seguire pure questo caso mediatico.

Sarà il caso di chiedere indietro i soldi e fare causa per danni ?

Monday, May 15, 2006

Il Codice Da Vinci: "verità rivelate" o caso mediatico ?

Propenderei per la seconda ipotesi.
Ciò non esclude che Dan Brown possa essere stato in buona fede, anche se dubitoche non fosse consapevole della portata dei possibili effetti di comunicazione in ambito storico-religioso del suo romanzo, delle sue dichiarazioni, delle azioni promozionali e di comunicazione a supporto.

Sta per uscire nelle sale il film tratto dal libro, e sembra destinato a ripeterne il successo mediatico.
Sembra, perchè a mio avviso il caso Da Vinci Code/Dan Brown sta esaurendo la sua forza di novità e di scalpore, senza parlare dell'immagine di "rivelazione" che avrebbe avuto agli inizi.

Sono troppi ormai i critici e gli studiosi, anche molto lontani da posizioni cattoliche, che hanno confutato le tesi alla base dell'opera, e ridimensionatone il peso, da rivelazione romanzata, a romanzo di fantastoria e fantascienza, di qualità forse nemmeno eccelsa dal punto di vista logico letterario (mia opinione), ma di indubbio successo di vendite e di notorietà.

Al di là delle posizioni, variabili, della Chiesa, da Padre Cantalamessa che durante la celebrazione della Pasqua si è scagliato contro il libro e l'autore, paraganonando i trenta denari per il tradimento di Giuda ai miliardi di denari per gli attuali tradimenti di autori ed editori, all'Opus Dei che ha chiesto rettifiche e di segnalare nel film che si tratta di un'opera di finzione, alle suore che hanno pregato per dodici ore fuori da uno dei set e protestato contro Tom Hanks, dal mio punto di vista, devo dire che trovo estremamente scorretto l'aver dichiarato che il libro si basava su prove storiche e scientifiche reali, e l'aver alimentato questa illusione.

Scorretto evidentemente nei confronti della Chiesa Cattolica, di cui si da quindi inevitabilmente un'immagine oscura (come nel caso dell'Opus Dei, con il suo killer Silas) e di menzogna, visto che, secondo il libro ed il sig. Brown, vi sarebbero prove inoppugnabili che Cristo abbia amato fisicamente la Maddalena, che dalla loro unione sia nata una figlia e sia derivata un'intera stirpe; scorretto nei confronti di chi si sente realmente cristiano, perchè ritengo che la fede, che sia di un cattolico, di un ebreo, di un musulmano, vada rispettata.

Scorretto nei confronti di chiunque, cattolico praticante e non, pure se agnostico od ateo, sia stato portato a credere che nel Codice da Vinci c'erano davvero delle verità storiche e religiose che ci erano state nascoste.

Viene da chiedersi perchè il libro contenga tali presunte "verità" e sia stato presentato in questo modo.Per "proselitismo" acattolico ?Per "illuminare" i comuni mortali (come i presunti "illuminati") sulla verità di Cristo ?Forse per più terreni scopi mediatici e di vendite ?

Non sta a me valutare quest'ultimo punto, forse.
Credo però che il romanzo ed il "caso" Da Vinci siano interessanti dal punto di vista mediatico e di comunicazione.E che forse sia il solo motivo per cui interessarsene, insieme alla possibilità di divertirsi magari guardando il film, come si guarda una pellicola di azione e fantascienza, o leggendo il libro, come si legge un racconto di Isaac Asimov, non certo un saggio di Stephen Hawking.

Però su questo tornerò dopo o domani.

Lo scandalo del calcio, e i diritti ...

Segnalo l'articolo de Il Tempo, di Paolo Dani, sul problema dei diritti del calcio, e sui possibili danni derivanti dallo scandalo.

"In fumo quattro miliardi di diritti tv"

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=924946

Festival della Filosofia - Instability

Quattro giorni di filosofia, dall'11 al 14 maggio, affollati da docenti, addetti ai lavori, studenti, appassionati, semplici curiosi.Un Festival Internazionale, il primo del genere organizzato a Roma, presso l'Auditorium di Renzo Piano.

www.auditorium.comwww.romafilosofia.it

Saturday, May 13, 2006

Chiude il Forum della Pubblica Amministrazione

Con il convegno "Quale Pubblica Amministrazione per la competitività del Paese ?", si è chiuso ieri a Roma il Forum della Pubblica Amministrazione, evento annuale che costituisce un punto di incontro tra cittadini, comunicatori ed istituzioni.

www.forumpa.it

Integrare WebTV e Digitale Terrestre: Voipex

WebTV e Digitale Terrestre finalmente dialogano tra loro, con una sperimentazione gestita dal Consorzio Voipex, e che dovrebbe portare ad una totale compatibilità di interfacciamento tra le due piattaforme.

Un altro passo avanti verso la convergenza tra pc, web e tv.


Fonte:

www.key4biz.it

http://www.key4biz.it/cgi-bin/key4biz/k4b.cgi?id_testo=115725007505373126947166828057799&area_tematica=Media&a_z=v_t


www.trendonline.it

http://www.trend-online.com/?stran=izbira&p=pmi&id=120929

Thursday, May 11, 2006

Bloggers and Corporate reputations

Interessante articolo del' Economist sul rapporto tra bloggers ed aziende, e sul peso che i blog possono avere, come minaccia o come opportunità, sull'immagine e la credibilità aziendale.

"The blog in the corporate machine"

http://economist.com/business/displayStory.cfm?story_id=5501039

Il futuro è della WebTV ?

La recente ricerca della Gartner (http://www.gartner.com/) , ha confermato quello che molti operatori del settore già immaginavano, ovvero che nei prossimi anni vi sarà una competizione serrata nel mercato televisivo, e che lo scontro sarà tra webtv, sattv, digitale terrestre (switch off permettendo).

In particolare l’iptv, che per adesso ha abbonati e margini ridotti, dovrebbe avere una enorme espensione nei prossimi 5/6 anni, e divenire poi la vera protagonista del futuro televisivo, soprattutto come piattaforma per la distribuzione di contenuti.

Secondo Gartner, tale sarà la preponderanza dell’iptv, che “Chi ritarderà troppo nella sua implementazione ne pagherà le conseguenze, a lungo termine. Minando di fatto la possibilità di diventare protagonista del consumer infotainment communications business” (Susan Richardson, analista di Gartner).

La ricerca della Gartner prevede, nell’Europa Occidentale, 3,3 milioni di utenti per il 2006, ed il raggiungimento dei 16,7 milioni nel 2010.

Parallelamente, i ricavi dovrebbero passare da 336 milioni di euro nel 2006 a 3 miliardi di euro nel 2010.

Con numeri del genere, è facile immaginare quale possa essere l’interesse, sia per i providers, che per le grandi società televisive, sia infine per i produttori, per i quali sembra aprirsi un enorme mercato potenziale.

Perché la televisione, per essere guardata, ha bisogno principalmente di contenuti, che possano essere fruibili poi indifferentemente sul web, sul satellite, sul digitale terrestre; sono sempre i contenuti (insieme ai prezzi) ad essere determinanti per il successo di qualsiasi canale, o piattaforma.

Se quindi per le società di produzione potrebbe realizzarsi una nuova età dell’oro, per i gestori delle piattaforme si prepara una guerra che sarà combattuta con il marketing, i contenuti, i palinsesti.

Le piattaforme satellitare, digitale terrestre, iptv, saranno infatti in lotta tra loro, tranne nelle poco probabili ipotesi di alleanze trasversali, o nella forse altrettanto remota eventualità di modifiche strutturali alle normative antitrust, che possano permettere in futuro, ad un singolo operatore, la contemporanea proprietà e gestione di più di una piattaforma, e la realizzazione quindi di eventuali integrazioni multipiattaforma.

Un effetto benefico della competizione sarà, per gli abbonati, la progressiva riduzione dei prezzi, sia per la competizione sul mercato nei prossimi anni sia perché, con l’espansione della webtv, i crescenti numeri di abbonati e ricavi potrebbero consentire, agli operatori iptv, maggiori margini di guadagno e quindi maggiori possibilità di utilizzare, strategicamente o commercialmente, la leva dei prezzi.

E’ il caso di dire (da spettatori) che non resta che stare a guardare …